mercoledì 21 luglio 2010
domenica 13 giugno 2010
SARTORIA
lunedì 10 maggio 2010
Un nuovo sbarco dei 1000 "per l'Italia una nave dei Diritti"
Una spedizione di italiani che vivono all'estero e torneranno a Genova per un giorno il prossimo 25 giugno: "Denunciamo le derive culturali, politiche e sociali del nostro paese"
di PAOLA COPPOLANell'anniversario della spedizione dei Mille, questi italiani e diversi cittadini europei scelgono imbarcarsi per l'Italia, per ribadire l'importanza della Costituzione, la sua origine laica e pluralista, e denunciare le derive della politica. Un'iniziativa nata dal basso dall'idea di un gruppo di italiani che vive a Barcellona, maturata la scorsa estate e che in pochi mesi si è diffusa attraverso il passaparola coinvolgendo anche gli altri gruppi di italiani che vivono nelle altre capitali europee.
Oggi "Lo Sbarco" ha superato le 1000 adesioni e ottenuto l'appoggio di diversi intellettuali, scrittori, musicisti, associazioni. Raccontano perché hanno aderito attraverso videomessaggi diffusi sul sito dell'iniziativa 1. Così il nobel Dario Fo: "Potrebbe essere la nave dei pazzi, gente che viene dal mare e porta un apporto alla propria terra". Oppurel nobel José Saramago, che si chiede: "Non tanto tempo fa l'Italia è stata un esempio per l'Europa con Garibaldi, con Verdi. Com'è che è caduta da queste altezze?". Lo scrittore Erri De Luca, invece, testimonia: "Sto con la nave che vuole riportare l'Italia a se stessa". E poi ci sono Lella Costa e Moni Ovadia, il jazzista Paolo Fresu e tanti altri. Dalla parte dello "Sbarco" anche diverse associazioni antirazziste, i No-Tav, la Rete Scuole e gli operai Vynils che occupano l'Asinara, ma non ci sono sigle né partiti politici dietro questa iniziativa che si sta autofinanziando organizzando eventi culturali.
"Assistiamo seriamente preoccupati a ciò che avviene in Italia", si legge sul manifesto del movimento. Diritti ormai acquisiti sono rimessi in discussione: "Il razzismo cresce, così come l'arroganza, la prepotenza, la repressione, il malaffare, il maschilismo, la diffusa cultura mafiosa, la mancanza di risposte per il mondo del lavoro, sempre più subalterno e sempre più precario. I meriti e i talenti delle persone, soprattutto dei giovani, non sono valorizzati. Cresce la cultura del favore, del disinteresse per il bene comune, della corsa al denaro, del privato in tutti i sensi". Queste le motivazioni degli organizzatori.
La "spedizione" è aperta a tutti. L'obiettivo è raggiungere 1000 biglietti acquistati sul traghetto. In pochi giorni - l'iniziativa è stata presentata ufficialmente la scorsa settimana a Barcellona - si sono superati i 100 biglietti venduti e già ci sono 600 prenotazioni. "Vogliamo portare solidarietà e appoggio a chi vive in Italia perché il nostro Paese attraversa un momento difficile, sembra che si sia persa un po' la bussola e che il patrimonio di credibilità e di autorevolezza di cui godeva anche all'estero si stia progressivamente disperdendo", racconta Andrea De Lotto, milanese che vive nella capitale catalana da due anni dove insegna come maestro alla scuola elementare italiana, che è una delle anime dell'iniziativa. Dai media stranieri - dicono gli organizzatori - l'Italia viene descritta come il paese dei campi rom bruciati, delle aggressioni, delle ronde, delle leggi ad personam, dei decreti di espulsione, per citare alcuni episodi dell'ultimo anno. Andrea continua: "Il nostro vuole essere un contributo e un invito a tornare a parlare di diritti su un piano pre-politico"
"Questa è un'iniziativa che si rivolge alla società italiana che sta diventando sempre più intollerante e conservatrice - dice Laura Calosci che insegna Storia economica all'Università di Barcellona - Ci sono, però, realtà di resistenza che vale la pena sostenere". Chiara Bombardi, 39 anni di Forlì, traduttrice: "È un'azione per portare solidarietà in Italia, un Paese dove, rispetto ai diritti umani, stiamo scendendo sotto qualsiasi livello tollerabile".
La mobilitazione ha preso corpo attraverso la Rete, si aggiorna su Facebook e sta ricevendo adesioni da diversi Paesi, coinvolgendo residenti italiani e stranieri. Sotto il nome "Lo Sbarco" sono nati dei gruppi prima a Bruxelles, poi a Parigi, Atene e Madrid. Altri in Italia: a Genova, Milano, Torino, Roma, in Sardegna e Sicilia. La macchina organizzativa va avanti rapidamente. All'approdo a Genova ad attendere la nave ci sarà un comitato d'accoglienza che si è creato intorno ad Heidi Giuliani e Don Gallo. E il giorno dopo lo sbarco, in alcune piazze della città, con l'appoggio del Comune diversi dibattiti sui diritti negati.
(05 maggio 2010)
martedì 23 marzo 2010
TABULA RASA
Ed ecco che fa capolino la nostra lentezza di elaborazione... e l'uomo, il prete chiede chiarezza di pensiero (lui l'ha chiamata un'idea forte, ma sono ancora lenta per poter far entrare nel mio vocabolario l'IDEA FORTE), una chiarezza che porta a cambiare l'orizzonte in cui posiamo bellamente le nostre vite, la nostra quotidianità: invece di rimanere storditi dal cambiamento dovremmo diventare cambiamento, è in questo margine di incertezza in cui ci crogioliamo che ci giochiamo la partita. Mi rendo conto che da più parti si comincia a portare avanti quest'idea, per me è successo con quel prete, quell'uomo, quelle parole e quella voce, una lampadina si è accesa oltre che nella mente, nella volontà, diciamo che mi ha dato una ragione utile, un ragionevole motivo, un semplice modo per dare senso reale e concreto alle azioni di tutti i giorni... e allora, che RESISTENZA sia!!!
domenica 4 ottobre 2009
Adios Negra...
venerdì 21 agosto 2009
GRECIA
Il discorso compiuto non fa parte della (mia) Grecia, ecco il mio labirinto di parole
KIMOLOS I
Il mulino ha perso le sue pale
Il meltemi soffia senza lavoro
Se anch’io riuscissi a perdere
Il mito che avvolge la volontà
I gesti non vorrebbero sforzo.
KIMOLOS II
Su nel cieloNella terra
Appoggiate al tempo
Conficcati nel mare
Bolle di luci antiche
Pezzi secchi di roccia
Onde d’aria
Mari crespi
Scivolano dall’alto
Spingono dal basso
Ed è superficie
Placida violenta ferma,
Rotea
Attorno un asino solo
Un solo asino cerchiato di bianco
Lui padrone
Lui servo
Io nulla.
DIALOGHI A KIMOLOS
Mulo
Ma dove vuoi andare?
Disse muto il mulo.
Non risposi
Tristezza più profonda di lui
Portavo in pancia.
Ekklesia
Era una chiesa
Pietra in pietra
Troppe teste barbare
Balbettavano flash
Decise di chiuderci gli occhi.
Girasole
Il girasole
Si alza il mattino
Rimprovera la sera
Chi vuol essere più
Alto di lui
Cafè
Occhi lunghi
Rughe gentili
Mani vicine
La madre di tutti i marinai
Dell’agorà
Bus
L’autista parla
Le sue parole,
Io chiedo le mie, ma
Non tutto si chiede
Apro gli occhi:
Da molto non vivevo
L’esoterico.
META’ TA’ FISICA’
Archè
Se ti guardo dritto negli occhi
Non riesco a vederti
Parlami,
Non ti sento
Cercami nel sogno,
Ti dimentico
Tremo della tua presenza,
Se non hai nome
Mi possiedi.
Ovunque nell’Egeo
Ecco la tana
Del classico,
Ti ho scovato
Tu che sempre sei
Senza presenza,
Qui esisti
Dormi
Mangi
Ami,
Qui riposi
In pace,
Amen.
giovedì 8 gennaio 2009
L'INFINITO DI CAMPO IMPERATORE
venerdì 12 dicembre 2008
CIVILTA' E BARBARIE
Tzvetan Todorov in Internazionale n.773.
domenica 2 novembre 2008
UNA PORTA ROTTA
Vecchia
Inutilmente serrata
L’ho trovata in un borgo abbandonato nel mezzo del parco nazionale dei Monti della Laga, raggiungibile solo attraverso antiche mulattiere.
Casette di pietra in rovina, lasciate in fretta (ma non a cuor leggero)
per bisogno di trovare lavoro.
Vi si leggono vite lungamente sofferte qui,
povere, misere, isolate;
il freddo umido del bosco racchiude queste mura in una nebbia sottile,
crescono le radici degli arbusti,
spaccano l’ordine umano delle pietre.
Queste quattro rovine rappresentano così da vicino la mia italia di oggi,
un’italia non più abitata da italiani, ma da italioti;
gli italiani sono fuggiti (ma non a cuor leggero)
per bisogno di un’evoluzione ormai imminente, lasciando qui dei replicanti. Vi si leggono vite lungamente sofferte qui,
povere, misere, isolate.
Il freddo umido dei circuiti elettronici e delle automobili racchiudono questo paese in una nebbia sottile,
crescono le radici dei replicanti,
spaccano l’ordine umano della società.