domenica 2 novembre 2008

UNA PORTA ROTTA

Flash dal paese degli italioti







Una porta rotta
Vecchia
Inutilmente serrata

L’ho trovata in un borgo abbandonato nel mezzo del parco nazionale dei Monti della Laga, raggiungibile solo attraverso antiche mulattiere.
Casette di pietra in rovina, lasciate in fretta (ma non a cuor leggero)
per bisogno di trovare lavoro.
Vi si leggono vite lungamente sofferte qui,
povere, misere, isolate;
il freddo umido del bosco racchiude queste mura in una nebbia sottile,
crescono le radici degli arbusti,
spaccano l’ordine umano delle pietre.
Queste quattro rovine rappresentano così da vicino la mia italia di oggi,
un’italia non più abitata da italiani, ma da italioti;
gli italiani sono fuggiti (ma non a cuor leggero)
in un qualche universo parallelo,
per bisogno di un’evoluzione ormai imminente, lasciando qui dei replicanti. Vi si leggono vite lungamente sofferte qui,
povere, misere, isolate.
Il freddo umido dei circuiti elettronici e delle automobili racchiudono questo paese in una nebbia sottile,
crescono le radici dei replicanti,
spaccano l’ordine umano della società.